Open to… Venere 4.0 ?
Della campagna “Italia. Open to Meraviglia” promossa dal Ministero del Turismo se n’è discusso molto (forse troppo). Incuranti di questo aspetto, vogliamo anche noi dare il nostro contributo a riguardo ma da un altro punto di vista.
Non vogliamo solo rimarcare gli aspetti negativi di una campagna a suo modo efficace: nelle regole del marketing l’importante è che se ne parli (e si, se n’è parlato parecchio). Lasciando da parte un titolo che mescola inglesismi a italianità, immagini stock orami famose che ritraggono una cantina slovena (con conseguente rivendicazione del proprietario), una visione di un’Italia parecchio stereotipata, il dominio opentomeraviglia.it non registrato (e prontamente acquistato da un’ agenzia di marketing geniale), i ritocchi estetici che con stridono con la skin positivity odierna, i 9 milioni spesi… Alla base di tutto c’è sempre un’idea e, condivisibile o meno, merita rispetto.
A differenza di questa campagna, la Venere del Botticelli è sempre stata universalmente riconosciuta come opera di pura bellezza, dall’epoca della sua realizzazione sino ad oggi. Una pittura rinascimentale che ha influenzato l’arte successiva.
La Venere del 2023 è ora una ignara testimonial di una mossa pubblicitaria incompresa che, possiamo immaginare, si prospettava tutt’altro risultato mediatico. Nonostante tutto, interrogando Google Trends a giorni di distanza dall’uscita della campagna, permane il desiderio di conoscerla meglio: appare in 4° posizione sotto ai Meme ma rimane nelle top 10 query di ricerca. Una sconfitta per la pubblicità, una vincita per l’arte.
Partendo quindi dall’intuizione di un soggetto artistico come volto di una campagna pubblicitaria turistica, mi sono immaginata una versione ben diversa. Come sarebbe Venere, attualmente vittima inconsapevole di una shitstorm increbibile, catapultata in questa quarta rivoluzione industriale? Ho bene impressa nella mente l’immagine delle sue sembianze in qualità di Virtual Influencer (per capire meglio di che cosa si tratti, leggi questo articolo) con uno smartphone in mano intenta a farsi un selfie (o una live?).
Se fosse una Venere moderna, quali app avrebbe sul suo dispositivo? Sarebbe una influencer che combatte il fast fashion? Sarebbe attenta alla green economy? Utilizzerebbe Vinted per favorire un pianeta più ecosostenibile? Sarebbe una promoter della Body Positivity e dei Fridays for Future? Si presterebbe a fare balletti su Tiktok ? Dormirebbe su AirBnB e vivrebbe esperienze slow travel? Volendola vedere in una campagna contemporanea, immagino una venere non più per metà pittura rinascimentale e per metà umana: una figura con richiami al passato a livello estetico forse, moderna però nelle azioni. Ho provato a divertirmi con l’AI ed ecco il risultato
Beh, in merito non mi sono divertita solo io. Guardate le immagini di quest’altra Venere realizzata interamente con l’intelligenza artificiale (Grazie a Midjourney Discord per il prezioso contributo!)
Immagini di Matteo G.P. Flora.
Non sarebbe forse più credibile?
Una Venere moderna che utilizzerebbe la tecnologia per esplorare il pianeta terra in quest’epoca. Probabilmente userebbe Kindle per avere tanti libri in poco spazio, avrebbe in cuffia Spotify per ascoltare la musica durante i suoi viaggi in giro per l’Italia, magari Headspace per fare meditazione e mantenere la sua serenità nel gestire lo stress del mondo moderno...
Aggiungerei Dualingo per migliorare la sua conoscenza delle lingue e sicuramente Istagram come diario di viaggio fotografico dei suoi viaggi. Potremmo quindi definirla più una Virtual travel Influencer: una ragazza che utilizza i social, che cavalca la tecnologia, che esplora nuove piattaforme per condividere la sua vita. Una Venere che esprima liberamente il proprio punto di vista, le proprie passioni e attività; una donna che si racconta (magari senza filtri) narrando molteplici tipi di bellezza, anche quella interiore.
Una ragazza moderna. Una ragazza normale, proprio come noi.