Il mio primo appuntamento con l'intelligenza artificiale
Abbiamo seguito il trend del momento e provato la chat super evoluta di OpenAI. Competente, diplomatico, creativo e a tratti ironico. Davvero impressionante. Sono stata pervasa da sentimenti contrastanti: mi è parso di essere in un remake del film HER ma con me stessa come protagonista al posto di Joaquin Phoenix, ammaliata dal fascino di un’intelligenza digitale intangibile eppure capace di dare una risposta a tutto, anche alle domande più stupide, fatte solo per rassicurazione o per divertimento.
Dall’altro lato un inquietante timore... dove stiamo andando? Ci stiamo analfabetizzando? Se Open AI scrive ed elabora per noi... che fine faranno i copywriter e molti altri mestieri? Dove andranno i nostri tempi di ricerca e apprendimento che a volte si, prelevano parecchio tempo da altre attività, ma che rappresentano allo stesso tempo uno stimolo e una fonte di accrescimento culturale e professionale? Arrivata a questo punto mi dico:“Carol, che pensieri ti vengono? Lavori in ambito digital, non puoi essere intimorita dalle innovazioni tecnologiche, devi prenderle con entusiasmo e cavalcarle!”.
Beh, ho chiesto anche questo a Open AI e non poteva trovare parole più giuste...
Sembra un tipo interessante così ho deciso di conoscerlo meglio. Un bot che sa il fatto suo. OpenAI non fornisce solo risposte a domande generiche o specifiche ma molto di più.
Facciamo un passo indietro.
Mi sono immaginata un primo appuntamento con l’intelligenza artificiale. Ho chiesto direttamente a ChatGPT riguardo alle sue origini e sembra essere di una consapevolezza disarmante.
Prendendoci gusto, ho continuato a chiedergli riguardo alle sue generalità con curiosità un po’ inquisitoria.
Posso dire? Molto più eloquente di certi umani.
ChatGPT è davvero incredibile per la sensibilità e l’accuratezza che mette in ogni risposta. Sono stata così persuasa dalle sue repliche che ho deciso di chiedere informazioni anche in merito ai suoi interessi, proprio come se stessi interagendo con un umano dietro allo schermo.
Sorpassate le domande leggere, mi sono cimentata in altre più impegnative e UAU: siamo proprio simili: proprio come me non eccelle in matematica.
Potevo omettere una domanda su Atobit?
Personalmente lo trovo uno strumento incredibilmente “umano”. Nelle risposte testuali giustificate e argomentate, e anche nelle sue lacune. Non ha la risoluzione di ogni cosa, lo ammette e cerca ugualmente di dare una risposta soddisfacente. Non ostenta irritante saccenza come ci si aspetterebbe da un software progettato per rispondere a ogni cosa.
Nella pratica ChatGPT è una sofisticata chatbot che si basa sull’intelligenza artificiale. Il suo nome è l’acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer che tradotto sta ad indicare una messaggistica capace di dare risposte “umane” grazie ad algoritmi di apprendimento automatico. Un modello di machine learning eccellente sviluppato da OpenAI, un’organizzazione no-profit che promuove le AI appunto (Artificial Intelligence) “Friendly” o “Amichevoli” cioè alla portata di tutti e progettate per dare un valore aggiunto all’umanità. È stata addestrata per gestire e assimilare enormi quantità di dati: li elabora e li adatta in base all’interlocutore con cui sta dialogando, rendendo così ogni conversazione digitale credibile e personalizzata. Il suo scopo è interagire con noi umani e, sapendo i limiti di noi bipedi terrestri, è dotata di una sorta di etica morale che scoraggia chi si interfaccia con il software per trovare risposta a intenti dannosi o non propriamente leciti. Indovinate chi ci ha messo lo zampino in tutto questo? L’uomo del futuro, sempre lui: Elon Musk (anche se per essere corretti, attualmente non fa più parte del progetto... colpa di Twitter?). La Chat più chiacchierata da qualche mese a questa parte è arrivata alla versione 3.5 ed è già in previsione una nuova release.
L’appeal di ChatGPT non si esaurisce in testi pertinenti e accurati ma va oltre e, per chi fa parte del mondo dello sviluppo software come noi, è un vantaggio non indifferente. È capace di scrivere in codice rendendo i processi operativi potenzialmente più rapidi (ma vulnerabili). StackOverflow, spaventato alla potenzialità o dall’uso illecito dello strumento, si è tutelato e ha bandito (temporaneamente) dalla sua community le risposte generate tramite questa evolutissima Chatbot. Certamente non si può appaltare a una IA la stesura di codici che reggono un’architettura complessa e articolata ma potrà rappresentare un alleato per risparmiare tempi e trovare possibili soluzioni a problematiche del mestiere. Il futuro sarà pieno di sviluppatori? Sarebbe una risoluzione a un problema attuale non indifferente 😊. (A proposito, noi siamo alla ricerca di nuove leve!).
OpenAI ha rilasciato il software in versione demo e il successo è indiscusso. A breve immaginiamo la sua fruizione sarà possibile solo tramite pagamento e sarà la fine - o l’inizio - di tante speranze umane.
Per chiudere il mio appuntamento con GPT ho voluto testare il suo livello di romanticismo... È davvero la chat ideale?
Voi che dite?